Sulla scia di Spa-Francorchamps, la Formula 1 fa tappa questo weekend in un altro circuito antico e leggendario, che ha segnato la storia delle competizioni motoristiche: sul circuito di
Monza va in scena anche quest’anno il
Gran Premio d’Italia, 13° appuntamento stagionale; da quando è stato istituito il Campionato del Mondo di Formula, solo in un’occasione il GP di casa nostra non è andato in scena a Monza: nel 1980 si svolse a Imola, prima che questo diventasse GP di San Marino.
Una pista dove si respira l’essenza di questo sport: la velocità pura e semplice, quella che fa scorrere l’adrenalina nelle vene dei piloti, mentre tengono l’acceleratore completamente schiacciato per buona parte del giro, interrotti saltuariamente dalle poche varianti, che costringono a brusche staccate, con velocità che scendono anche da 300 a 60 km/h.
Nel corso degli anni, la configurazione del circuito è stata modificata più volte, anche se mai con interventi radicali, conservando però sempre la sua caratteristica principale, cioè quella di essere velocissimo.
Quello brianzolo non si distingue per essere molto tecnico, ma è il circuito che presenta la velocità media più alta fra tutti quelli presenti nel calendario; il record è stato fatto registrare da
Juan Pablo Montoya nel 2004, con ben
262,242 km/h di media sul giro. Un primato difficilmente battibile con la configurazione attuale delle monoposto della massima categoria.
Insieme all’alta velocità, Monza ha però presentato anche una certa componente di pericolosità; diversi sono stati gli incidenti mortali, a cominciare da quello che nel 1955 causò la morte di
Alberto Ascari, nel punto in cui ora sorge la chicane a lui dedicata. Successivamente toccò a
Wolfgang von Trips, e soprattutto a
Jochen Rindt, che nell’edizione del 1970 si schiantò alla parabolica; l’austriaco si laureò Campione del Mondo postumo, unico caso, fortunatamente, nella storia della F1. L’ultimo episodio risale al 2000, quando uno steward a bordo pista venne colpito da un pneumatico staccatosi dalla Jordan di
Frentzen, restando ucciso.
FIRME CELEBRI - Su questa pista hanno vinto grandi campioni della Formula 1:
Farina,
Ascari,
Fangio,
Moss,
Clark,
Stewart,
Phil e
Graham Hill,
Surtees,
Fittipaldi,
Regazzoni,
Lauda,
Scheckter,
Prost,
Piquet,
Senna,
Mansell,
Alonso e
Michael Schumacher. Il tedesco è anche il primatista di vittorie sul circuito brianzolo, con 5 successi, ottenuti tutti al volante della Ferrari; in occasione dell’ultima vittoria, nel 2006, annunciò il suo ritiro dalle corse alla fine di quell’anno (per rientrare poi nel 2010).
UN GIRO DI PISTA - A Monza si va subito veloci; ci si lancia per il giro veloce percorrendo il lungo rettilineo principale, che porta subito alla prima, grande staccata, dove si arriva in frenata a oltre 330 km/h, e si subisce una decelerazione fino ai 60/70 km/h, entrando nella
Variante del Rettifilo, una stretta esse.
In uscita si rispalanca subito il gas passando per la
Curva Biassono (o
Curva Grande):una lunga curva a destra dall’ampio raggio, che si percorre in pieno senza particolari difficoltà, che però introduce ad un’altra impegnativa frenata, con le vetture che passano dai circa 320 ai 110 km/h, per affrontare la
Variante della Roggia, una sinistra-destra abbastanza impegnativa.
Fuori dalla Roggia si va verso la
Prima Curva di Lesmo, dalla velocità di percorrenza non troppo elevata, circa 180 km/h, alla quale segue la
Seconda Curva di Lesmo, leggermente più lenta.
Di nuovo gas al massimo in uscita, si affronta la
Curva del Serraglio, una lieve piega a sinistra che raccorda 2 tratti rettilinei, dai quali, a una velocità di 330 km/h si raggiunge la
Variante Ascari: una successione di curve sinistra-destra-sinistra molto impegnativa, da percorrere a velocità soste
nuta, che immettono nel rettilineo opposto a quello dei box. Alla fine di questo si frena ancora a 330 km/h, e a 180 km/h ci si immette nella
Curva Parabolica, lunga e a raggio crescente, in uscita dalla quale ci si lancia di nuovo a velocità massima verso il traguardo. Inutile dire che, con un tracciato così, la possibilità di vedere sorpassi e spettacolo è garantita.
Chissà se i tifosi della Ferrari potranno sventolare festanti quel grande cuore rosso di stoffa che a Monza fa sempre la sua comparsa…
I Primati del circuitoIn prova: J.P.Montoya (Williams) – 1’19”525 (2004)
In gara: R.Barrichello (Ferrari) – 1’21”046 (2004)
Sulla distanza: M.Schumacher (Ferrari) – 1h14’19”838
Così nel 2009 1 – Barrichello (Brawn)
2 – Button (Brawn)
3 – Raikkonen (Ferrari)
4 – Sutil (Force India)
5 – Alonso (Renault)
6 – Kovalainen (McLaren)
7 – Heidfeld (BMW Sauber)
8 – Vettel (Red Bull)
9 – Fisichella (Ferrari)
10 – Nakajima (Williams)
Il Gran Premio in tvVenerdì: Prima sessione prove libere – RaiSport1 ore 9.45
Seconda sessione prove libere – RaiSport1 ore 13.45
Sabato: Terza sessione prove libere – RaiSport1 ore 10.45
Qualifiche – Rai2 ore 13.55
Domenica: Gara – Rai1 ore 13.55
Federico Fadda