YEONGAM - Un Gran Premio infinito, pioggia torrenziale, asfalto fresco che fatica a drenare, la livrea delle monoposto che ricorda tanto quella delle vetture Rally per la grande quantità di fango e sporco sollevati durante la gara. E in mezzo a tutto questo, a far festa è la Ferrari con Alonso e Massa sul podio, mentre le lacrime di alcuni meccanici della Red Bull sono il simbolo della giornata nera in cui la casa anglo - austriaca incappa oggi a Yeongam. L'erroraccio di Webber e la fumata bianca che lascia a piedi Vettel a pochi giri dalla fine, condannano il team di Chris Horner e spostano gli equilibri del Mondiale piloti dalle parti di Maranello. A due gare dalla fine, Alonso comanda la classifica con 231 punti, 11 in più di Webber, ormai ex leader iridato.
COREA ESTREMA - Un tifone investe in pieno la Cina, ma la sua lunga coda non risparmia l'ex zona paludosa di Yeongam in Corea. Non potevano verificarsi condizioni più estreme per un circuito nuovissimo, completato (si fa per dire) soltanto nelle ultime settimane, con un asfalto imbevuto di acqua, dopo che una fitta pioggia l'ha fatta da padrone per gran parte del pomeriggio. Lo start, previsto per le 15 ora locale, slitta di dieci minuti, parte con l'ausilio della Safety Car,ma si ferma dopo appena tre tornate, a causa di una visibilità quasi nulla per l'enorme quantità d'acqua sollevata dalle monoposto. Un'ora di attesa, una nuova, identica partenza guidata dalla vettura di sicurezza e poi finalmente la gara vera, rigorosamente affrontata con gli pneumatici
heavy rain. Al 18' giro comincia lo show!
WEBBER KO - In condizioni ancora molto difficili, ad avvantaggiarsi è certamente Sebastian Vettel, bravo ad approfittare della sua pole e a sfruttare l'ampia visibilità, al contrario di chi sta dietro, a partire dal suo compagno di squadra. E' proprio Mark Webber a provocare il primo sussulto della giornata, già al 19' giro, quando mette la sua posteriore sinistra sull'erba sintetica in uscita di curva, perde il controllo della sua Red Bull e finisce contro il muretto dopo un testacoda. Come se non bastasse, la monoposto attraversa tutta la carreggiata e viene centrata in pieno dall'incolpevole Rosberg, autore di una partenza eccezionale. Dal muretto Red Bull una certezza: non sarà una giornata facile.
GUAI AI BOX - L'uscita di scena dell'australiano, lancia la rimonta di Fernando Alonso, freddo nell'affrontare l'asfalto viscido del circuito e molto abile nel non perdere di vista il velocissimo Vettel. Impressionante il ritmo imposto dal duo di testa, al quale solo la McLaren di Hamilton può resistere. Al 31' giro, Buemi centra in pieno la Virgin di Timo Glock e la Safety Car è costretta all'ennesimo ingresso in pista. Per Vettel e Alonso arriva il momento del pit stop. Perfetto il lavoro dei meccanici Red Bull, mentre un dado volato via complica il montaggio dell'anteriore destra del ferrarista,che perde secondi preziosi e rientra sul tracciato in terza posizione dietro a Hamilton, fermatosi qualche giro prima. Tuttavia, dopo appena tre tornate scatta ancora la bandiera verde, Alonso tallona la McLaren dell'inglese e lo costringe all'errore alla prima curva. L'ex iridato va lungo e consente allo spagnolo di tornare a caccia di Vettel.
LA FUMATA BIANCA - I minuti scorrono, la luce si affievolisce e il tempo limite delle due ore si fa sempre più vicino. Come da regolamento, si attende il completamento del 42' giro per stabilire se assegnare o meno il punteggio pieno ai piloti che completeranno le tornate previste, cosa che avviene anche grazie alla serie di giri veloci messi in fila dai primi tre. Il tira e molla fra Vettel e Alonso subisce un clamoroso colpo di scena al 46' giro: il tedesco è primo sul rettifilo dei box, ma perde velocità prima di affrontare la Curva 1 e viene sorpassato agevolmente dal ferrarista. Poche centinaia di metri ed ecco l'emblematica fumata bianca del motore Red Bull che lascia a piedi il giovane pilota e manda al tappeto un'intera squadra. Per Alonso comincia la cavalcata verso la sua quinta vittoria stagionale, la ventiseiesima in carriera e la testa della classifica piloti.
SCHUMI C'E' - Se i primi tre sono di un altro pianeta nella bagnatissima domenica coreana, subito dietro non mancano le bagarre per guadagnare punti importanti. Ecco allora il ritorno di un combattivo Schumacher, da sempre amante delle condizioni estreme, che centra il quarto posto, seguito dall'onnipresente Robert Kubica e dall'ottimo sesto posto di Vitantonio Liuzzi. L'italiano, partito dalla nona fila, regala punti fondamentali alla Force India, dopo una gara d'attacco. Chiudono la zona punti Barrichello, Kobayashi, Heidfeld e Alguersuari. Male invece l'altra McLaren di Jenson Button, dodicesimo tra mille scelte sbagliate.
I MERITI DELLA ROSSA - L'impossibilità di attaccare già alla partenza, le condizioni estreme, l'incognita del rendimento su un circuito nuovo. Tanti i dubbi della Ferrari oggi, specialmente dopo la superiorità messa in mostra dalla Red Bull durante le libere e le qualifiche. Ci si è messo anche un semplice dado a complicare il cammino della Rossa nel Gp di Corea, eppure ancora una volta ha vinto tutta la squadra. Piloti, staff e meccanici hanno reso possibile un'impresa non da poco, di certo favorita dalle sfortune di un avversario valido e che darà battaglia fino alla fine del campionato. Ad ogni modo, ko del motore a parte, l'errore banale di Webber a gara appena cominciata, dimostra la scarsa serenità interna alla Red Bull, con due rivali più che compagni a lottare per la vittoria finale. Quanti punti buttati al vento durante il campionato. E ancora una volta è la Ferrari a dare l'esempio di un'ottima gestione del team. La vittoria di Alonso, il terzo posto di Massa e la macchina competitiva lo dimostrano apertamente. Ora c'è un vantaggio da gestire: Interlagos e Abu Dhabi separano Fernando dal suo terzo mondiale. In bocca al lupo, Ferrari!
ORDINE D'ARRIVO (RACE RESULTS)CLASSIFICA PILOTI (DRIVERS CHAMPIONSHIP)CLASSIFICA COSTRUTTORI (CONSTRUCTORS CHAMPIONSHIP)Samuele Sassu